Libreria Fahrenheit 451



Benvenuti Lettori nel blog della libreria Fahrenheit 451...
abbiamo aperto questo spazio per parlare di libri con voi...per presentarvi non solo le novità appena uscite, ma...soprattutto...libri letti e proposti da noi e da voi...scriveteci, commentate i post, parlateci delle vostre letture...

"Oggi il libro è solo uno degli oggetti di consumo che si spartiscono i nostri desideri. Le categorie di cultura alta e cultura bassa non sono più in grado di descriverlo. Oggi il libro compete non solo con altri libri, ma soprattutto contro i quiz, i telefonini, le scarpe da ginnastica e ogni altra merce desiderabile". dal Manifesto di ISBN Edizioni

"Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere". Daniel Pennac

lunedì 9 luglio 2012

Tempi moderni

"Ho seguito un corso di lettura veloce. Ho letto GUERRA E PACE in venti minuti. E' un libro sulla Russia". Woody Allen

mercoledì 20 giugno 2012

Straniero in terra straniera

“Un essere umano deve essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un’invasione, macellare un maiale, guidare una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, tenere la contabilità, costruire un muro, aggiustare un osso rotto, confortare i moribondi, prendere ordini, dare ordini, collaborare, agire da solo, risolvere equazioni, analizzare un problema nuovo, raccogliere il letame, programmare un computer, cucinare un pasto saporito, battersi con efficienza, morire valorosamente. La specializzazione va bene per gli insetti”. 
Robert A. Heinlein

venerdì 4 maggio 2012

Aforisma



«
 La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società 

è il dubbio che vivere onestamente sia inutile ».
Corrado Alvaro

mercoledì 18 aprile 2012

MENAMI, MAMMA


 SABATO 21 APRILE ORE 17:30
PRESENTAZIONE DEL LIBRO 

"MENAMI, MAMMA"

DI GIAN PIERO MILANETTI
 
Un romanzo crudo e spietato dove i panni sporchi vengono grottescamente esibiti anche attraverso una lingua sporca e provocatoria.

 Interverranno: Gian Piero Milanetti e Danilo Foca
 Letture di brani tratti dal libro.

lunedì 26 marzo 2012

Addio all'ultimo eteronimo



Se Pessoa avesse avuto un eteronimo italiano, il suo nome sarebbe stato Antonio Tabucchi..

lunedì 19 marzo 2012

Il Grande Ritratto


Un libro difficile da raccontare.
Accolto con toni poco entusiastici dalla critica e lasciato in sospeso tra il limbo della fantascienza ed il simbolismo amoroso. Per me, un piccolo capolavoro favolistico che concentra la sua forza non tanto nella narrazione - scarna e poco dettagliata - quanto nelle questioni filosofiche, morali e profondamente umane che sembrano caratterizzare la personalità di Buzzati. Un libro d'amore. Di passione, desiderio, oscuro gorgogliare di voci dall'oscurità di un nascondiglio. L'onnipotenza dell'uomo nudo, la sua anima immortale e remota, il bagliore della montagna, l'estraniamento, la solitudine incomprensibile. Mostri che albergano dentro il cuore dell'uomo per trovare lenta la loro strada fino alla sottile superficie di terra nuda. 
Lo sapeva bene Buzzati, conoscitore di quegli anfratti dell'essere per cui "di colpo, qui, alla bocca dello stomaco, come una tenaglia di fuoco. Una inquietudine. Uno struggimento. Una disperazione. L'amore."

martedì 6 marzo 2012

Piove

Piovono voci di donne come se fossero morte anche nel ricordo
Anche voi piovete meravigliosi incontri della mia vita o goccioline
E quelle nuvole impennate cominciano a nitrire un intero universo di città auricolari
Senti se piove mentre il rimpianto e lo sdegno piangono una musica antica
Ascolta cadere i legami che li tengono in alto e in basso. (G. Apollinaire)

sabato 18 febbraio 2012

La forza dei romanzi

di Andrea Inglese
da www.nazioneindiana.com

A me piace molto...voi cosa ne pensate?

Quando Anselmo leggeva romanzi, davvero immergendosi in essi, si rendeva conto che la sua vita acquistava slancio. Lui rimaneva fermo un paio d’ore a popolare la mente di ambienti, fatti e personaggi menzogneri, e intanto gli obiettivi remoti del suo vivere si facevano più vicini, come visti attraverso un’aria tersa, quasi ingranditi da una lente. Leggeva con foga storie di gangster, che sparavano a funerali, da finte cornamuse, che erano in realtà potenti mitra. C’erano anche le storie di adolescenti ubriachi, che si rotolavano su materassi a terra, e facevano l’amore con lo stile delle più abusate pornostar. Ad ogni romanzo, ci scappava un morto, ma a volte anche di più, e si facevano enormi fortune con sole quattro o cinque pagine d’intrighi. Ad Anselmo sembrava che, assorbendo in un mormorio appena allucinato quell’arazzo di parole, il suo corpo rinvigorisse, come dopo anni di palestra e acquagym. Tutto si depositava in una piccola zona della memoria e da lì s’irradiava con una grande energia nelle membra. E lui, come un eroe dai superpoteri, più leggeva più rovesciava con noncuranza gli ostacoli. Si sentiva in grado d’infilarsi in nuove situazioni, di abbordare la gente per strada, di mandare lettere al presidente della Repubblica, alle testate giornalistiche nazionali, e riusciva a fare cose che, in condizioni normali, di fruizione televisiva o di lettura di sole gazzette, non gli erano concesse. Cambiava bar da un giorno all’altro, scardinando vecchie abitudini: al posto del cappuccio ordinava una cioccolata, e la sera al martini sostituiva uno spumante. Andava a ritirare vecchie raccomandate con la ricevuta sgualcita, faceva il pieno anche in periodo di crisi, fissando con sguardo freddo la cifra esorbitante che il contaeuri della pompa gli segnalava. Si cucinava pazientemente, con gesti solenni da sacerdote, un paio di uova al burro, lasciandole friggere su una fiamma bassissima.
Ma quando finiva un romanzo, senza riuscire ad attaccarne un altro nell’entusiasmo, superando il muro delle prime trenta pagine con determinazione e astuzia, quando insomma esitava tra più romanzi, o s’impaludava intorno a pagina 23, allora perdeva velocemente le forze, aveva un calo di motivazioni, vedeva tutto nero, e scorgeva macchie misteriose in punti poco visibili del corpo. Alla fine, smetteva persino di uscire di casa, e se aveva un lavoro, anche buono e ben pagato, tendeva a farsi licenziare. Tornava a cenare con le fette di mortadella, estratte dalla busta di plastica e ficcate in bocca con le mani.

mercoledì 15 febbraio 2012

Disponibile in libreria:



Titolo: Tu sei il male
Autore: Roberto Costantini
Editore: Marsilio
Anno: 2010
Euro 22,00

dalla quarta di copertina:
"Roma, 11 luglio 1982. La sera della vittoria italiana al Mundial spagnolo Elisa Sordi, giovane impiegata di una società immobiliare del Vaticano, scompare nel nulla. L'inchiesta viene affidata a Michele Balistreri, giovane commissario di Polizia dal passato oscuro. Arrogante e svogliato, Balistreri prende sottogamba il caso, e solo quando il corpo di Elisa viene ritrovato sul greto del Tevere si butta a capofitto nelle indagini. Qualcosa però va storto e il delitto rimarrà insoluto.
Roma, 6 luglio 2006. Mentre gli azzurri battono la Francia ai Mondiali di Germania, Giovanna Sordi, madre di Elisa, si uccide gettandosi dal balcone. Il commissario Balistreri, ora a capo della Sezione Speciale Stranieri della Capitale, tiene a bada i propri demoni a forza di antidepressivi. Il suicidio dell'anziana donna alimenta i suoi rimorsi, spingendolo a riaprire l'inchiesta.
Ma rendere giustizia a Elisa Sordi dopo ventiquattro anni avrà un prezzo ben più alto del previsto. Balistreri dovrà portare alla luce una verità infinitamente peggiore del cumulo di menzogne sotto cui è sepolta, e affrontare un Male esclusivo quanto tenace, che ha molti volti".

                                                     *               *               *

Uno spaccato di un'Italia indolente e sonnacchiosa quello che emerge dalle pagine del libro di Costantini e che avvince il lettore nella trama del giallo, ma lo depista dalla possibilità di interrogarsi in modo critico sugli intrecci di una storia che attraversa lo Stivale, e che ammicca dalle pagine, senza però mai farsi Storia. Con un ritmo narrativo avvincente e serrato, veloce come i periodi con cui è costruito, "Tu sei il male" passa, con una leggerezza da spot televisivo, sui disagi interiori, sui traumi infantili, su torti e violenze subiti che fanno dei personaggi, di tutti i personaggi, densi e ben caratterizzati, dei potenziali colpevoli. Colpevoli di ritardare i conti con la vita, prima di tutto; costretti a crearsi delle maschere perfette, ai limiti del buonismo o del diabolico, e che, in quanto maschere, lasciano trasparire i loro contorni. Così, la complessità lascia il posto al piacere della narrazione, la stessa che avvolge il lettore e che lo porta a divorare le pagine mosso dal desiderio di arrivare alla soluzione di un intricato giallo. Un viaggio tra le parole che coinvolgono con la forza di un thriller e che ben si prestano a una lettura rilassante e intrigante.

domenica 5 febbraio 2012

Il nome della rosa - nuova edizione

Da qualche giorno è in libreria una nuova edizione de Il nome della rosa di Umberto Eco.
Le novità, come afferma lo stesso autore, non sono molte; ci sono delle piccole correzioni ma nessuna vera e propria riscrittura. Forse ciò che appare subito differente è il formato, decisamente più grande, e molto più leggibile delle precedenti edizioni, un libro grande quasi come quelli medioevali!
Data l'importanza del testo, all'interno del dibattito letterario non solo italiano, vi invitiamo ad esprimere il vostro pensiero su un'opera ormai entrata a far parte della nostra storia della letteratura.

Cliccando sul link troverete l'intervista del 31/1/2012 del Corriere della Sera ad Umberto Eco 

sabato 28 gennaio 2012

Conoscere la storia vuol dire conoscere l'uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi

mercoledì 25 gennaio 2012

Le Streghe della notte

Breve recensione del libro che presenteremo sabato 28 gennaio ore 17:30...
 
“Le streghe della notte” di Gian Piero Milanetti – giornalista, scrittore, insegnante e studioso di storia dell’aviazione - illustra la genesi e la storia  dei tre reggimenti femminili - uno da bombardamento notturno che si guadagnò il soprannome di “Streghe della notte”, uno da bombardamento in picchiata, e uno da caccia - voluti da Marina Raskova, un’aviatrice da record, soprannominata l’Amelia Earhart sovietica. Il testo delinea poi  una serie di profili di alcune delle più straordinarie aviatrici sovietiche. Tra le biografie spiccano le eroine Lydia Litvyak e Katya Budanova, le due uniche donne “asso” della storia, probabilmente le più complete – per informazioni e apparato iconografico – mai pubblicate al di fuori della Russia.
Il pregio maggiore del libro – senza voler nulla togliere alla metico-losità della ricostruzione storica e all’avvincente  stile narrativo – consiste nel gran numero  – oltre un centinaio –  di fotografie, quasi tutte inedite perfino nella stessa ex Unione Sovietica, di grande valore storico e spesso di grande bellezza. Le foto provengono in gran parte dall’album di famiglia del Major  Anatoly Plyac (storico e documen-tarista della Grande Guerra Patriottica ven noto in Russia e non solo), figlio di Ermolaevna Aronova, e nipote di Rufina Gasheva, due delle più straordinarie  “Streghe della Notte”, e dall’album di Inna Kalinovskaya, tenente del 586 IAP, reggimento caccia, una delle ultime veterane ancora in vita.
Un libro straordinario, questo “Le Streghe della notte”,  che  rende onore a un gruppo di donne senza paura e dalla volontà d’acciaio, le cui imprese non hanno ancora avuto i riconoscimenti che meritano. 
Vi aspettiamo!!!

domenica 22 gennaio 2012

Metti che l'Onda sommerga il mondo conosciuto, e ti ritrovi dalle parti del 2090 in una società globalizzata dove i governi nazionali sono ormai fantocci gestiti da un vertice cinese. E fai conto che quello che rimane di Venezia sia diventata un parco di divertimenti per adulti ricchi, un puttanaio autorizzato dove tutto è concesso, il cui fulcro è un immenso stadio in corrispondenza di Piazza San Marco, dove si combattono sanguinose e mortali lotte fra gladiatori. Un romanzo che mescola fantasy e fanta(?)politica, limaccioso come un'immensa palude e crudele come qualche anno di permanenza a pane e acqua ai Piombi. Bella storiaccia. Intendiamoci, a tratti è didascalico, specie nella prima parte; e tutto l'insieme non trasuda devastante originalità. Però ha il fascino della paura. Perché una mezza idea che possa andare a finire così, ci è passata, per la nostra testa. Magari solo per un attimo, in un momento di angoscia profonda. Ma ci è passata. Ora che abbiamo estinto quasi tutte le altre specie animali, non ci rimane che arrangiarci tra noi.
Eh eh.
Buona domenica, lettori e rilettori.

giovedì 19 gennaio 2012

Ciao, lettori e rilettori. 
Io sono Switter. A scanso di equivoci. Spesso leggo libri. Spesso li dimentico e li rileggo. Come voi, no?
Bene. Dentro Fahrenheit 451, di Bradbury, i cattivi li bruciavano, i libri. Avevano i loro motivi. Motivi cattivi. In Libri da ardere, di Amelie Nothomb, pure. Lo dice il titolo. Ma lì sono i buoni (?) a bruciarli. Perché fuori  c'è la guerra, e l'inverno, e non c'è più nessun combustibile con cui scaldarsi, per il professore, l'assistente e la studentessa rifugiati nella biblioteca dell'università. Quindi, i libri. Ma come scegliere da quale cominciare? Come decidere quale conservare per ultimo, per quando il freddo sarà ancora più freddo? 
A. N. dribbla il problema con la grande trovata di inventantarsi autori e titoli ("Un Kleinbettingen vale più di due Sterpenich").
E noi, quali bruceremmo? Per un motivo valido, tipo non morire assiderati? Occhio, non vale bruciare libri che andrebbero bruciati solo per il fatto di essere stati scritti. La scelta deve essere indirizzata verso libri che, in genere, si fanno amare, se no è troppo facile. 
Mm. Giochiamo. Comincio io. Vi tolgo l'imbarazzo di iniziare. E infilo nella stufa "Alla ricerca del tempo perduto". Tutta l'opera intera, così, trovate la stanza abbastanza calda e avete più tempo per pensare.
A presto.


martedì 17 gennaio 2012

IL PIANTO DELLA SCAVATRICE

Solo l'amare, solo il conoscere
conta, non l'aver amato,
non l'aver conosciuto. Dà angoscia
il vivere di un consumato 
amore. L'anima non cresce più.
... ... ... ... ...
                                                                             PPP

venerdì 13 gennaio 2012

Noi saremo tutto - Valerio Evangelisti

La scrittura di Evangelisti è asciutta, tagliente. I personaggi vengono delineati con una capacità straordinaria attraverso piccoli dettagli, ripresi nel corso del testo. Un romanzo epico, sicuramente, perché contiene la forza della lotta, ma anche un romanzo profondamente storico. Evangelisti costruisce la storia documentandosi e studiando a fondo sia il contesto storico che descrive sia i personaggi che operano in tale contesto. Eddie Florio è viscido, infame, sempre dalla parte più conveniente per lui, picchia e uccide le donne della sua vita e alla fine si ritrova solo, senza aver costruito nulla nei rapporti umani. Un libro che alimenta l’immaginazione, sembra davvero di seguire il gangster nel porto o a bere nei bar e sembra di sentire veramente le voci dei lavoratori salire e gridare “Noi saremo tutto”.